29 Agosto 2025*
Dal 1° settembre 2025 l’articolo 37 della legge Concorrenza in materia di buoni pasto dispiegherà a pieno i suoi effetti, prevedendo che le commissioni applicate agli esercenti per l’accettazione dei ticket non possano superare il 5% del valore nominale del buono pasto.
La misura ha l’obiettivo di rimediare allo squilibrio insostenibile degli elevati sconti praticati dagli emettitori alle aziende acquirenti, ribaltati su bar, ristoranti e supermercati sotto forma di commissioni, anche fino al 20% del valore dei buoni pasto accettati, con il risultato che molti esercenti hanno cominciato a rifiutarli. La nuova soglia rappresenta quindi un passo importante per riequilibrare il mercato e tutelare chi ogni giorno lavora in prima linea nella ristorazione e nella distribuzione favorendo la diffusione dell’accettazione tra i piccoli esercenti di prossimità e non solo da parte delle grandi catene alimentari.
La norma prevede un’entrata in vigore graduale del tetto, prevedendo che i contratti già in essere tra imprese emittenti ed esercenti vengano adeguati entro il 1° settembre al nuovo tetto del 5% sulle commissioni.
Per consentire un equilibrato riallineamento degli accordi contrattuali che legano gli emittenti ai committenti datori di lavoro, invece, la norma ha previsto che, per i buoni pasto emessi entro il 1° settembre 2025, le condizioni concordate con gli esercenti prima dell’entrata in vigore della legge continuino ad applicarsi entro e non oltre il 31 dicembre 2025.
L’obiettivo della norma di riallineare il mercato promuovendo uno sviluppo omogeneo e concorrenziale del settore porterà a un duplice beneficio: riducendo i costi di accettazione dei buoni pasto per gli esercenti e aumentando dunque la disponibilità ad accettarli. Oggi, infatti, in Italia ci sono 3,5 milioni di lavoratori che usano i buoni pasto, 170 mila esercizi convenzionati e oltre 150mila imprese che li riconoscono ai propri dipendenti.
Secondo Fiepet Confesercenti, il provvedimento potrebbe generare un risparmio di circa 400 milioni di euro l’anno, innescando un circolo virtuoso: meno spese per gli esercenti, più concorrenza tra operatori e più opportunità per i consumatori.
Mentre il mercato si adegua alla novità normativa, c’è chi da sempre ha fatto della trasparenza la propria cifra distintiva. Con i suoi Buoni Pasto, Satispay ha scelto fin dal suo ingresso nel mercato nel 2023 di garantire commissioni agli esercenti già al di sotto del 5%, senza clausole nascoste, senza costi aggiuntivi.
Per chi gestisce un bar o un ristorante, questo significa meno costi e meno preoccupazioni. Significa anche non dover investire in dispositivi extra o sottoscrivere contratti complicati: l’app Satispay Business è sufficiente per gestire tutto, integrando i buoni pasto con i pagamenti e gli altri servizi della piattaforma.
In un settore dove spesso le condizioni sono state dettate dagli intermediari, Satispay ha scelto di ribaltare il paradigma: restituire valore agli esercenti e rendere i buoni pasto uno strumento davvero utile, tanto per i lavoratori quanto per le attività che li accettano.
Il recente provvedimento che fissa a un massimo del 5% il tetto delle commissioni sui buoni pasto sta costringendo i tradizionali emettitori di buoni pasto a rivedere drasticamente le proprie condizioni contrattuali con le aziende.
Molte aziende, infatti, stanno ricevendo comunicazioni via PEC che introducono revisioni contrattuali meno vantaggiose, una decisione forzata, ma che rischia di complicare la gestione finanziaria e aumentare i costi per i datori di lavoro.
In questo scenario, Satispay si posiziona come la soluzione ideale per le aziende. Scegliere Satispay come fornitore di buoni pasto per la tua azienda significa anche optare per un sistema più equo, trasparente e conveniente per aziende, dipendenti e esercenti.
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