11 Giugno, 2025 *
La questione dei buoni pasto in busta paga è un argomento che genera spesso dubbi e confusione sia tra i datori di lavoro che tra i dipendenti. È possibile erogare il valore dei buoni pasto direttamente nello stipendio? Se sì, quali sono le conseguenze fiscali e contributive? E, soprattutto, conviene davvero?
Questo articolo fa chiarezza su cosa significa inserire i buoni pasto in busta paga, analizzando la normativa e le implicazioni pratiche di questa scelta, e spiegando perché il buono pasto come servizio separato (specialmente in formato digitale come Satispay) è quasi sempre la soluzione più vantaggiosa per tutti.
Per capire l'argomento, è essenziale partire da un concetto fondamentale: il buono pasto, per sua natura, non è una forma di retribuzione monetaria. È un servizio sostitutivo di mensa, un benefit con finalità assistenziali. Proprio questa sua natura "separata" dallo stipendio è la ragione per cui gode di un trattamento fiscale di favore.
Quando si parla di "buoni pasto in busta paga", si intende solitamente una di queste due casistiche:
1. L'erogazione di un'indennità sostitutiva di mensa direttamente in busta paga.
2. Il superamento dei limiti di esenzione fiscale del buono pasto, che fa finire una parte del loro valore in busta paga.
Un'azienda, invece di fornire i buoni pasto, può decidere di erogare una somma di denaro direttamente in busta paga, definita "indennità sostitutiva di mensa".
Come funziona:
Al dipendente viene riconosciuto un importo giornaliero (es. 7€) per ogni giorno lavorato, che viene aggiunto alla sua retribuzione lorda e figura come una voce specifica nella busta paga.
Le conseguenze fiscali e contributive (lo svantaggio principale):
Qui sta la grande differenza. A differenza dei buoni pasto (entro i limiti di 8€ per l'digitale e 4€ per il cartaceo), l'indennità sostitutiva di mensa in busta paga è interamente soggetta al pagamento di tasse (IRPEF) e contributi (INPS), sia per il dipendente che per l'azienda.
Esempio pratico:
* Un buono pasto digitale Satispay da 8€ arriva al dipendente come 8€ netti spendibili.
* Un'indennità in busta paga di 8€ lordi, dopo aver subito le trattenute fiscali e contributive, si trasformerà in un importo netto molto inferiore.
In pratica, l'indennità in busta paga viene tassata come un normale aumento di stipendio, perdendo tutto il vantaggio fiscale del buono pasto.
Questa seconda casistica si verifica quando il valore facciale del buono pasto erogato dall'azienda supera i limiti di esenzione previsti dalla legge.
Come funziona:
La legge stabilisce che solo la parte del valore che eccede il massimale di esenzione (8€ per l'digitale, 4€ per il cartaceo) concorre a formare il reddito da lavoro dipendente e finisce in busta paga per essere tassata.
Esempio pratico:
* L'azienda eroga un buono pasto da 10€.
* I primi 8€ sono completamente esentasse.
* I 2€ eccedenti vengono aggiunti all'imponibile fiscale e contributivo in busta paga e subiscono la relativa tassazione.
Questa opzione è comunque più vantaggiosa rispetto a dare l'intero importo di 10€ come indennità in busta paga, perché si riesce a "salvare" dalla tassazione la quota di 8€.
Per l'azienda:
Il buono pasto (digitale fino a 8€) ha un costo complessivo inferiore rispetto a un'indennità in busta paga di pari valore lordo, grazie all'esenzione contributiva. Inoltre, è uno strumento di welfare più visibile e percepito come un benefit "extra", a differenza di una somma che si "perde" nel cedolino.
Per il dipendente:
Il vantaggio è palese: riceve un valore netto più alto. Un buono da 8€ sono 8€ spendibili. 8€ in busta paga non lo sono.
Ci sono rari casi in cui l'indennità può essere considerata, ad esempio per categorie di lavoratori che operano in luoghi molto isolati dove non esiste una rete di esercizi convenzionati, rendendo di fatto impossibile l'utilizzo dei buoni pasto. Tuttavia, con la capillarità raggiunta da soluzioni come Satispay, queste situazioni sono sempre meno comuni.
La normativa italiana è chiara nel premiare la natura di servizio del buono pasto, tenendolo separato dalla retribuzione. Erogare un'indennità sostitutiva direttamente in busta paga significa rinunciare a tutti i vantaggi fiscali e contributivi che rendono questo benefit così conveniente, con una perdita netta sia per il dipendente che per l'azienda. La scelta più intelligente e vantaggiosa, nel 2025, rimane quella di offrire buoni pasto digitali, come quelli di Satispay, sfruttando appieno il massimale di esenzione di 8€ e garantendo il massimo valore a tutte le parti coinvolte.
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