7 Luglio, 2025*
Con l'avvicinarsi del periodo della dichiarazione dei redditi (Modello 730 o Modello Redditi Persone Fisiche), è normale che sorgano dubbi su quali elementi debbano essere dichiarati e quali no. Una delle domande più comuni tra i lavoratori dipendenti riguarda i buoni pasto: devono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi? Fanno cumulo con gli altri redditi?
Facciamo chiarezza su questo argomento, spiegando le regole fiscali in modo semplice e diretto per aiutarti a compilare la tua dichiarazione senza errori e senza ansie.
Il punto di partenza per capire il rapporto tra buoni pasto e dichiarazione dei redditi è comprendere la loro natura fiscale. Come stabilito dall'articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), i buoni pasto non sono considerati una componente della retribuzione, ma un servizio sostitutivo di mensa. Per questo motivo, godono di un regime di esenzione fiscale e contributiva, a patto che rispettino determinati limiti di valore.
La risposta breve e diretta è: no, nella stragrande maggioranza dei casi, i buoni pasto non devono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi.
Il valore dei buoni pasto che ricevi dalla tua azienda, infatti, non concorre a formare il tuo reddito imponibile da lavoro dipendente, a condizione che non superi i limiti di esenzione giornalieri fissati dalla legge.
Per il 2025, questi limiti sono:
* 8,00 euro al giorno per i buoni pasto elettronici (come quelli di Satispay).
* 4,00 euro al giorno per i buoni pasto in formato cartaceo.
Questo significa che se la tua azienda ti eroga buoni pasto elettronici con un valore facciale di, ad esempio, 8€ per ogni giorno lavorato, l'intero importo che ricevi durante l'anno è completamente esentasse e, di conseguenza, non deve essere dichiarato. È un vantaggio netto che non ha alcun impatto sul calcolo delle tue imposte (IRPEF).
Esiste un unico caso in cui una parte del valore dei buoni pasto deve essere considerata ai fini fiscali. Questo accade quando il valore facciale del singolo buono supera il limite di esenzione.
Come funziona:
Se la tua azienda decide di erogarti un buono pasto elettronico con un valore superiore a 8€ (ad esempio, 10€), la parte che eccede il massimale viene considerata reddito da lavoro dipendente e, come tale, viene tassata.
Esempio pratico:
* L'azienda ti fornisce un buono pasto elettronico da 10€.
* I primi 8€ sono esentasse e non vanno dichiarati.
* La parte eccedente, ovvero 2€ (10€ - 8€), viene aggiunta al tuo imponibile fiscale direttamente in busta paga dal tuo datore di lavoro.
Cosa devi fare tu? Assolutamente nulla.
Anche in questo caso, non devi preoccuparti di fare calcoli o di inserire dati nella tua dichiarazione dei redditi. È il tuo datore di lavoro, in qualità di sostituto d'imposta, che ha l'obbligo di calcolare la quota eccedente, di assoggettarla a tassazione e a contribuzione direttamente in busta paga e di indicarla correttamente nella Certificazione Unica (CU) che ti viene consegnata ogni anno.
Quando compilerai il tuo Modello 730 (o se lo farà per te un CAF o un commercialista), i dati reddituali presenti nella CU includeranno già questa quota imponibile. Quindi, di fatto, l'operazione è trasparente per te.
Se vuoi verificare, puoi consultare la tua Certificazione Unica. Nella sezione "Dati fiscali", troverai il punto 1 "Redditi di lavoro dipendente e assimilati". Il valore indicato qui dal tuo datore di lavoro è già l'importo imponibile complessivo.
Nella sezione "Altri dati", ai punti 441 e 442, il datore di lavoro indica solitamente per trasparenza le quote esenti relative alle prestazioni sostitutive di mensa. Questo ti conferma che il valore dei tuoi buoni pasto (entro i limiti) è stato correttamente escluso dal reddito imponibile.
Valore del Buono Pasto Elettronico | Trattamento Fiscale | Cosa fare in Dichiarazione dei Redditi |
---|---|---|
Fino a 8,00 € | Totalmente esentasse | Nulla. Non va dichiarato. |
Superiore a 8,00 € | La quota eccedente è tassata | Nulla. Il datore di lavoro la include già nell'imponibile della Certificazione Unica. |
In conclusione, per la quasi totalità dei lavoratori dipendenti, i buoni pasto sono un benefit a "zero impatto" sulla dichiarazione dei redditi. Grazie al loro regime di esenzione, rappresentano un vantaggio netto che non richiede alcun adempimento aggiuntivo da parte tua. Anche nel raro caso in cui il loro valore superi i massimali di legge, è il datore di lavoro a gestire il conguaglio fiscale direttamente in busta paga. Puoi quindi goderti la comodità e il potere d'acquisto offerti dai tuoi buoni pasto Satispay in totale serenità, sapendo che dal punto di vista fiscale è tutto semplice e trasparente.
Disclaimer: Questo articolo ha scopo puramente informativo e non costituisce una consulenza fiscale. Per situazioni specifiche, si raccomanda sempre di consultare un commercialista o un Centro di Assistenza Fiscale (CAF).
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