4 Settembre, 2025*
È una delle domande più frequenti e, diciamolo, una delle tentazioni più comuni per chi riceve i buoni pasto: "Posso dare i miei buoni a mio figlio, al mio partner o a un amico?". In un mondo ideale, un benefit così utile dovrebbe poter essere condiviso. Tuttavia, la normativa italiana su questo punto è estremamente chiara e la risposta è una sola, netta e senza eccezioni: no, i buoni pasto non possono essere ceduti a terzi.
Capire il perché di questa regola non è solo una questione di legge, ma è fondamentale per comprendere il valore reale del tuo benefit e per apprezzare la sicurezza offerta da sistemi digitali come Satispay, che rendono il rispetto di questa norma semplice e automatico.
Potrebbe sembrare una limitazione frustrante, ma la regola della non cedibilità è in realtà ciò che protegge l'enorme vantaggio fiscale dei buoni pasto. Se potessero essere scambiati liberamente come denaro contante, perderebbero la loro natura di "servizio di welfare" e verrebbero semplicemente tassati come stipendio. Questa regola, quindi, tutela te, la tua azienda e l'intero sistema che rende questo benefit così conveniente.
Non si tratta di un'interpretazione o di una policy aziendale, ma di una norma di legge precisa.
Il principio chiave: il buono pasto come servizio personale
Il buono pasto è definito dalla legge come un servizio sostitutivo di mensa strettamente personale. È un'agevolazione concessa a uno specifico lavoratore per le sue esigenze durante la giornata lavorativa. Per questo, deve essere "nominativo", ovvero riconducibile in modo univoco al suo titolare.
Il Decreto Ministeriale che non lascia spazio a dubbi
Il Decreto del MISE n. 122/2017 lo mette nero su bianco: i buoni pasto "non sono cedibili, né cumulabili oltre il limite di otto buoni, né commercializzabili, né convertibili in denaro". La regola della non cedibilità è quindi un pilastro portante dell'intero sistema.
La ragione è puramente fiscale e legata alla natura del benefit. Il trattamento di favore (esenzione da tasse e contributi fino a 8€ per il formato elettronico) è concesso perché lo Stato riconosce il valore sociale di aiutare un lavoratore a pagarsi il pasto. Se questo stesso lavoratore potesse cedere il buono a un'altra persona, il benefit perderebbe la sua finalità assistenziale diretta e diventerebbe, di fatto, una forma di retribuzione indiretta e trasferibile, che per sua natura dovrebbe essere tassata.
Ignorare questa normativa espone a rischi tutte le parti coinvolte.
Per il dipendente e per chi riceve il buono
Cedere i propri buoni è una violazione delle condizioni di utilizzo. Sebbene i controlli siano rari, in caso di accertamento l'azienda potrebbe prendere provvedimenti disciplinari. La persona che utilizza un buono non suo sta, di fatto, usando un benefit a cui non ha diritto.
Per l'esercente che accetta il buono
Un negoziante, per contratto con la società emettitrice, sarebbe tenuto a verificare la titolarità del buono pasto. Accettare buoni da persone diverse dal titolare è una violazione che potrebbe portare a sanzioni o al mancato rimborso dei buoni stessi.
Per l'azienda che eroga il benefit
Un utilizzo palesemente improprio e diffuso dei buoni pasto da parte dei propri dipendenti potrebbe, in caso di un'ispezione fiscale, far sorgere contestazioni sulla corretta applicazione del regime di esenzione, con rischi significativi per l'impresa.
La tecnologia di Satispay non solo semplifica la vita, ma risolve alla radice il problema della cessione e dell'uso improprio, proteggendo tutti.
La certezza di un account nominativo e sicuro
L'account Satispay è personale, verificato e non cedibile. È protetto da un PIN a 5 cifre e/o da dati biometrici. I buoni pasto vengono accreditati su questo account personale. Di conseguenza, solo il dipendente titolare può fisicamente autorizzare un pagamento. È tecnicamente impossibile "prestare" i propri buoni pasto digitali Satispay a un'altra persona.
La tranquillità per aziende ed esercenti
* Per l'azienda: Scegliere Satispay significa avere la certezza matematica che il benefit venga utilizzato solo dal legittimo beneficiario, garantendo la massima compliance normativa.
* Per l'esercente: Ogni pagamento Satispay è autenticato e sicuro. Il negoziante non ha più l'onere di dover "fare il poliziotto" e controllare i documenti; la tecnologia garantisce per lui.
In conclusione, la regola che vieta di cedere i buoni pasto a terzi non è un capriccio burocratico, ma il meccanismo che ne protegge il prezioso vantaggio fiscale. È una garanzia che tutela l'intero sistema. Piattaforme digitali e sicure come Satispay hanno reso il rispetto di questa regola un processo automatico e invisibile, eliminando ogni tentazione o possibilità di uso improprio. In questo modo, il tuo buono pasto rimane quello che dev'essere: un vantaggio personale, sicuro e di grandissimo valore.
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