La storia dei ...

La storia dei buoni pasto: come sono nati e come si sono evoluti.

11 Giugno, 2025 *

Oggi li diamo quasi per scontati, gestendoli con un semplice tap sull'app del nostro smartphone. Ma i buoni pasto hanno una storia affascinante, che affonda le sue radici in un'esigenza sociale profonda del dopoguerra e che ha seguito passo dopo passo l'evoluzione del mondo del lavoro, della tecnologia e della società. Conoscere la loro storia significa comprendere meglio il valore e il significato di questo benefit, oggi più che mai attuale.

Ripercorriamo insieme le tappe principali di questa evoluzione, da semplice "ticket" cartaceo a strumento di welfare digitale integrato come Satispay.

Le origini: l'Inghilterra del secondo dopoguerra

La storia dei buoni pasto inizia nel Regno Unito, nel 1954. In un Paese che si stava riprendendo dalle difficoltà della guerra, molte aziende non avevano le risorse o lo spazio per costruire e gestire una mensa aziendale interna per i propri dipendenti. Allo stesso tempo, il governo voleva garantire ai lavoratori la possibilità di accedere a un pasto caldo e nutriente durante la giornata lavorativa.

L'idea geniale di John Hack
Fu un imprenditore britannico, John Hack, a concepire l'idea che avrebbe rivoluzionato il mondo dei benefit. Fondò la "Luncheon Vouchers Ltd." (letteralmente "Buoni per il pranzo") con un'intuizione semplice ma potente: creare dei titoli di pagamento prepagati che le aziende potessero acquistare e distribuire ai propri dipendenti. Questi ultimi avrebbero potuto utilizzare i "vouchers" per pagare il pasto in ristoranti e caffè convenzionati.

Il modello ebbe un successo immediato perché creava un sistema win-win-win:
* Le aziende potevano offrire un servizio mensa senza sostenerne i costi strutturali.
* I dipendenti ottenevano un pasto agevolato e la libertà di scegliere dove consumarlo.
* I ristoratori acquisivano un nuovo flusso di clientela costante.

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L'arrivo in Italia e il boom economico

Il modello dei buoni pasto attraversò rapidamente la Manica, trovando terreno fertile in altri Paesi europei in pieno sviluppo.

Gli anni '60 e '70 in Italia
In Italia, i buoni pasto arrivarono negli anni '60, ma fu durante il boom economico degli anni '70 che iniziarono a diffondersi su larga scala. Con la crescita del settore terziario e l'aumento del numero di impiegati che lavoravano in uffici senza mensa, i "ticket restaurant" (nome con cui divennero popolarmente noti, dal marchio di uno dei principali emettitori) diventarono un elemento quasi iconico della vita d'ufficio. Erano i classici carnet di buoni cartacei, staccabili e con un valore facciale fisso.

La prima evoluzione: l'avvento della tessera elettronica

Per decenni, il modello cartaceo è rimasto pressoché invariato. La prima grande evoluzione è arrivata con la rivoluzione digitale degli anni '90 e 2000.

Dalla carta alla plastica
I buoni pasto iniziarono a essere "dematerializzati" e caricati su tessere elettroniche con microchip o banda magnetica, simili a una carta di credito. Questo rappresentò un passo avanti significativo in termini di:
* Praticità: Niente più carnet ingombranti.
* Sicurezza: Le tessere potevano essere bloccate in caso di smarrimento.
* Efficienza: Pagamenti più rapidi e gestione leggermente più snella per le aziende.

Questa evoluzione fu anche accompagnata e incentivata dalla normativa, che iniziò a prevedere vantaggi fiscali maggiori per il formato elettronico.

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La rivoluzione digitale e mobile: l'era di Satispay

La vera e propria rivoluzione, però, è arrivata con l'avvento degli smartphone e delle app. Piattaforme come Satispay hanno completamente reinventato l'esperienza del buono pasto.

Il modello cardless e *mobile-first*
Satispay ha capito che il futuro non era nella plastica, ma direttamente nello smartphone. L'innovazione è stata quella di eliminare anche la tessera fisica, integrando il saldo dei buoni pasto direttamente nell'app Satispay.

Questo ha segnato un punto di svolta:
* Esperienza utente superiore: I benefit si fondono con l'app di pagamento che le persone già usano quotidianamente.
* Massima semplicità e immediatezza: Pagamenti istantanei, saldo sempre sotto controllo, zero supporti fisici.

L'ampliamento del concetto: non solo pranzo, ma spesa
Parallelamente, Satispay ha lavorato per ampliare enormemente la rete di accettazione, includendo in modo massiccio le catene di supermercati. Questa mossa ha trasformato il buono pasto da un benefit per il pranzo a un sostegno concreto per il potere d'acquisto familiare, rispondendo a un'esigenza reale e moderna dei lavoratori.

Il futuro: verso un welfare sempre più integrato e intelligente

La storia dei buoni pasto è una storia di continua evoluzione, che segue le trasformazioni del lavoro e della tecnologia.

Oggi, nel 2025, siamo nel pieno dell'era digitale e mobile. Il futuro vedrà un'integrazione ancora maggiore con altri servizi di welfare, una personalizzazione spinta dalle nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale e un'attenzione crescente alla sostenibilità. Satispay, con il suo DNA tecnologico e la sua visione d'ecosistema, è in prima linea per guidare anche questa prossima fase evolutiva.

Dalle mense del dopoguerra all'app sul nostro smartphone, la storia dei buoni pasto è la storia di un'idea di successo capace di adattarsi e di rimanere rilevante per oltre 70 anni. È la dimostrazione di come un benefit, se ben concepito, possa rispondere a bisogni profondi e duraturi. L'evoluzione guidata da pionieri digitali come Satispay non fa che confermare la vitalità di questo strumento, proiettandolo con forza verso il futuro del benessere aziendale.

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