24 Luglio, 2025*
Se sei un libero professionista con Partita IVA, la gestione dei costi e la loro deducibilità fiscale sono al centro della tua attenzione finanziaria. Una delle domande più frequenti riguarda le spese quotidiane per i pasti: è possibile dedurre il costo dei buoni pasto? La risposta è sì, ma con regole, limiti e distinzioni fondamentali che ogni professionista deve conoscere per evitare errori e massimizzare i benefici.
Questa guida analizza nel dettaglio la normativa sulla deducibilità dei buoni pasto per i liberi professionisti, chiarendo le differenze tra l'acquisto per sé stessi e l'erogazione a eventuali dipendenti.
Per affrontare correttamente il tema della deducibilità, dobbiamo subito fare una distinzione fondamentale che cambia completamente il quadro fiscale:
1. Il professionista acquista buoni pasto per uso personale.
2. Il professionista, in qualità di datore di lavoro, acquista buoni pasto per i propri dipendenti o collaboratori assimilati.
Le regole di deducibilità per questi due scenari sono completamente diverse.
Un libero professionista (che non opera in regime forfettario) può acquistare buoni pasto per sé e dedurne il costo, ma deve rispettare i limiti previsti per le spese relative a prestazioni alberghiere e a somministrazioni di alimenti e bevande.
Le regole fiscali da applicare:
La normativa (art. 54, comma 5 del TUIR) stabilisce un doppio limite per queste spese:
1. Deducibilità parziale del 75%: Il costo sostenuto per l'acquisto dei buoni pasto è deducibile dal reddito di lavoro autonomo solo per il 75% del suo ammontare.
2. Tetto massimo del 2% sui compensi: L'importo totale delle spese per vitto e alloggio (incluse quindi quelle per i buoni pasto) che puoi dedurre in un anno non può superare il 2% dell'ammontare dei compensi percepiti in quel periodo d'imposta.
E l'IVA?
L'IVA applicata sull'acquisto di buoni pasto da parte di un titolare di Partita IVA per uso personale è fissata al 10% ed è totalmente indetraibile. Questo significa che l'IVA diventa a tutti gli effetti un costo aggiuntivo per il professionista.
Esempio pratico:
* Un professionista acquista buoni pasto per un valore di 1.000€ + 100€ di IVA (al 10%).
* Il costo totale per lui è di 1.100€.
* Potrà dedurre dal suo reddito il 75% di 1.100€, ovvero 825€.
* Questa deduzione è ammessa solo se 825€ non supera il tetto del 2% dei suoi compensi annuali.
Conclusione per lo scenario 1: La deducibilità esiste, ma è parziale e soggetta a limiti stringenti. La convenienza fiscale è molto ridotta rispetto ai vantaggi previsti per i dipendenti.
Qui la situazione si ribalta e diventa estremamente vantaggiosa. Se il libero professionista (o la sua ditta individuale/studio associato) ha anche un solo dipendente o un collaboratore assimilato (es. stagista, co.co.co.), agisce a tutti gli effetti come un datore di lavoro.
In questo caso, il costo per i buoni pasto erogati ai dipendenti non è più una spesa generica per vitto, ma un costo inerente al personale dipendente.
Le regole fiscali per i buoni pasto dei dipendenti:
* Deducibilità totale del costo (100%): L'intero costo sostenuto per l'acquisto dei buoni pasto per i dipendenti è completamente deducibile dal reddito del professionista.
* Detraibilità totale dell'IVA (al 4%): L'IVA applicata è quella agevolata al 4% ed è interamente detraibile.
* Esenzione contributiva: Sul valore dei buoni (fino a 8€ per quelli elettronici) il professionista/datore di lavoro non paga contributi INPS.
Questa è la stessa, identica disciplina fiscale vantaggiosa applicata alle società.
Aspetto Fiscale | Buoni Pasto per SÉ STESSO (Professionista) | Buoni Pasto per DIPENDENTI |
---|---|---|
Deducibilità Costo | 75% (con tetto 2% compensi) | 100% |
Aliquota IVA | 10% | 4% |
Detraibilità IVA | 0% (Indetraibile) | 100% (Detraibile) |
Vantaggio Fiscale | Limitato | Massimo |
Disclaimer: Le informazioni fiscali fornite sono a carattere generale e non sostituiscono il parere di un commercialista o di un consulente fiscale, a cui si raccomanda sempre di rivolgersi per un'analisi specifica della propria posizione.
Per un libero professionista che offre buoni pasto ai suoi collaboratori, la semplicità di gestione è fondamentale. Satispay offre:
* Un portale business intuitivo: Per gestire le erogazioni in pochi minuti al mese.
* Nessuna burocrazia: L'intero processo è digitale, dalla firma del contratto alla fatturazione elettronica.
* Massima efficienza fiscale: Permette di sfruttare il buono pasto digitale da 8€, garantendo il massimo vantaggio per il dipendente e la massima deducibilità per il professionista.
In conclusione, la deducibilità dei buoni pasto per un libero professionista segue due strade nettamente separate. Sebbene esista una possibilità di deduzione parziale per l'uso personale (in regime ordinario/semplificato), la vera e potente opportunità fiscale si manifesta quando il professionista agisce come datore di lavoro. Offrire i buoni pasto ai propri dipendenti o collaboratori permette di accedere a una deducibilità totale del costo e a tutti i vantaggi fiscali e contributivi, trasformando un semplice benefit in una leva strategica per ottimizzare i costi e valorizzare il proprio team.
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